mercredi 31 décembre 2014

Syriza propone soluzioni per ricostruzione sociale ed economica a cui l'Italia potrebbe ispirarsi

Lo scenario politico greco
A seguito della mancata elezione di Stavros Dimas alla presidenza greca (erano necessari 180 voti su 300), il Parlamento greco sarà dissolto e le elezioni anticipate dovrebbero tenersi il 25 gennaio prossimo.
Secondo i sondaggi é accreditato come primo partito Syriza, la coalizione della sinistra radicale, con circa il 28 % dei voti, mentre Nuova Democrazia, il partito centrista di Samaras lo tallonerebbe con circa il 25% dei suffraggi.
Per ottenere la maggioranza assoluta dei seggi (é previsto un premio di maggioranza di 50 seggi per il partito in testa) e governare, Syriza dovrà trovare alleati.
Visto che ogni alleanza sarebbe per ora esclusa col partito comunista greco KKE, un' alleanza é stata invece conclusa col Dimar, piccolo partito della sinistra democratica, guidato da Fotis Kouvellis. Altre alleanze possibili di Syriza sono con Anel, partito populista di destra guidato da Panos Kaménos, e col nuovo partito di centro sinistra, To Potami, guidato da un'ex star televisiva, Stavros Théodorakis, che dovrebbe superare la soglia di sbarrameto del 3%.



L'austerità imposta dalla Troika alla Grecia ha fallito i suoi obiettivi ed il Paese si ritrova lacerato e con una massa di debito crescente ed ormai insostenibile.
Syriza contesta le durissime ricette d'austerità imposte dalla Troika (UE, Fondo Monetario internazionale (FMI)  e Banca Centrale Europea (BCE) ) a partire dal 2010, misure che  hanno portato alla pauperizzazione della classe media ed operaia, ed alla miseria i disoccupati, attraverso drastici tagli nei salari pubblici e privati, lo smantellamento dello Stato sociale, con tagli severi nelle pensioni e nelle prestazioni sociali.
Misure che hanno pero' fallito il loro obiettivo principale, in quanto il rapporto debito pubblico/PIL é aumentato  dal 115% del 2009 (prima dell'applicazione dei piani della Troika) , ad un insostenible  attuale 175%  (colpa anche  del PIL che continua a contrarsi), debito che comporta il pagamento di oltre 10 MLD€ annui di interessi.

Nel 2014 il debito pubblico greco é di 307 MLD di €.
Dopo il rimborso nel 2011 da parte delle autorità greche del debito agli investitori privati, attraverso una Collective Action Clause (CAC) previa una grossa decurtazione, il debito greco é stato ripartito nel modo seguente:
-142 MLD€ nel Fondo europeo salvastati (EFSF)
-26 MLD € presso l'FMI
-61 MLD € in accordi bilaterali con stati dell'UE
-27 MLD€ presso la BCE
- 36 MLD di € di nuovi titoli del debito pubblico greco, emessi dopo il 2011, sottoscritti da banche greche, sono da queste girate alla BCE

Alcune cifre eloquenti della crisi greca (dettagli in http://www.liberation.fr/economie/2014/04/11/la-grande-purge-de-la-grece-en-quatre-graphiques_994720:)
Il PIL greco si é ridotto di quasi un quarto dal 2009 ad oggi
La disoccupazione é passata dal 9% a quasi il 28% nel 2014, ed i disoccupati sono nella maggioranza  non indennizzati.
Il reddito medio annuo é passato da 11.500€ nel 2009 a circa 8500€ nel 2014
La maggioranza della popolazione ha difficoltà ad accedere alle cure mediche o non riesce ad accedervi del tutto.



Il vento freddo del neoliberismo imposto dalla Troika ha portato anche alla chiusura della emittente audiovisiva pubblica RTE (che comportava quattro canali televisivi e cinque radio), facendo retrocedere la Grecia nella classifica per la libertà di espressione di Reporters sans frontières http://rsf.org/index2014/fr-union-europeenne-et-balkans.php
.
Un programma per il rilancio sociale ed economico del Paese, di rottura con le politiche di austerità della Troika,  ben articolato sia nel campo delle  spese che delle entrate.

Volendosi accreditare come forza di governo attendibile, Syriza ha sviluppato un dettagliato Programma Economico, formalizzato a Salonicco il 15 Settembre scorso (dettagli in http://syriza-fr.org/2014/12/29/ce-qui-a-ete-dit-a-thessalonique-lengagement-de-syriza-aupres-du-peuple-grec/) in cui vengono previsti interventi per 11,3 miliardi di €  ed entrate per 12 miliardi di €.

Il Programma economico di Syriza ha come presupposto la rinegoziazione del debito pubblico greco, previa cancellazione di una grossa parte di questo attraverso una Conferenza internazionale coi creditori (evocando come precedente la Conferenza di Londra, che affronto' e risolse nel 1953 la problematica del debito estero della Germania).
Il rimborso della parte restante del prestito sarà agganciato, attraverso la "clausola di crescita" a quella parte del PIL che cresce, e non attraverso leggi di stabilità di bilancio.

Sono previsti inoltre:
- una moratoria sugli interessi del debito, al fine di favorire il rilancio economico del Paese.
- un "New Deal" attraverso il rilancio degli investimenti pubblici stimolati dai prestiti della BEI
- gli acquisti da parte della Banca Centrale Europea (BCE) delle obbligazioni degli Stati Membri
- la ciliegina del rimborso del debito di  guerra da parte della Germania a seguito dell'occupazione della Grecia nel periodo 1941-44, stimato, con gli interessi, a 160 mld di €

Il programma di intervento economico di Syriza si articola su tre grandi pilastri:

1) Fronteggiamento della crisi umanitaria attraverso: pagamento delle fatture elettriche e sovvenzioni alimentari alle 300.000 famiglie sotto alla soglia di povertà, alloggio garantito per 30.000 famiglie, assistenza medica e farmaceutica per l'insieme della popolazione e la gratuità per i più sfavoriti, pagamento della tredicesima a coloro che percepiscono una pensione inferiore a 700€, gratuità trasporti pubblici x persone al di sotto della soglia di povertà, diminuzione dell'IVA sul gasolio da riscaldamento, il tutto per una spesa totale di 1,88 MLD €,
2) Rilancio dell'economia reale attraverso : l'istituzione di una tassa patrimoniale progressiva sui grandi proprietari, con sistema di esenzione per la prima casa; l'innalzamento a 12.000€ dell'esenzione fiscale per i redditi delle persone fisiche; nuovi criteri di pagamento dei debiti da parte dei privati nei confronti delle banche, del Fisco, della Previdenza sociale, attraverso una limitazione dei pagamenti commensurata ad un terzo del reddito dei debitori e la cancellazione del debito per le persone sotto la soglia della povertà; impignorabilità dell'abitazione principale di un valore non eccedente 300.000€, la creazione di una banca di sviluppo, l'istituzione di banche dedicate al finanziamento delel PMI e degli agricoltori; la reintroduzione di un salario minimo senza distinzione di età a 751€, il tutto per una spesa totale di 6,5 MLD di €
3) Un grande progetto di creazione di 300.000 posti di lavoro in due anni nel settore pubblico ed in quello privato, con attenzione all'economia locale, privilegiando i giovani, i disoccupati  più anziani e le famiglie con un solo genitore. Vengono altresi' previste norme stringenti di protezione del lavoro e migliore protezione sociale per i disoccupati. Questo cantiere costerà un totale di 5MLD di € , di cui 3MLD il primo anno.

Vi é poi un quarto pilastro politico che tende a rifondare lo stato e le istituzioni, mettendole a servizio dei cittadini secondo criteri democratici attraverso:
-il ristabilimento della centralità della pubblica amministrazione come  fornitrice di servizi di qualità, efficaci e trasparenti;
-una riforma del governo locale, allargando l'autonomia finanziaria ed amministrativa delle collettività locali
-un rafforzamento delle istituzioni parlamentari col rafforzamento del ruolo legislativo e di controllo del Parlamento;  una nuova legge che riduca al minimo l'immunità parlamentare e ministeriale; introsduzione di forme di democrazia diretta, come l'iniziativa popolare  legislativa, la possibilità di veto popolare a leggi e regolamenti nonché il ricorso al referendum popolare.
-una rifondazione del servizio audiovisivo pubblico su criteri di qualità  e di pluralismo. Cessazione delle esenzioni fiscali  e regolamentari per i media di informazione privati.

Le entrate a copertura degli interventi vengono previste nel seguente modo:
1) 3MLD di € provenienti dal Piano di recupero dei prelievi obbligatori (dovuti al Fisco ed alla Previdenza sociale da privati ed imprese) e dal Piano di rilancio dell'economia (vedi punto 2 del Programma di intervento economico)
2) 3 MLD di € provenienti da un Piano contro l'evasione fiscale (evasione fiscale tra gruppi multinazionali, l'esternalizzazione dei ricavi, i trasferimenti illegali dei capitali, il contrabbando, tra cui quello dei carburanti)
3) 3 MLD di € provenienti dai Fondi europei di coesione, nell'ambito del Quadro di Riferimento strategico nazionale
4) 3 MLD di € provenienti da Fondo europeo di stabilizzazione finanziaria

Le negoziazioni relative alla disciplina di bilancio in Europa
Alla luce di queste proposte, la Germania, principale creditore della Grecia e vestale della disciplina e del pareggio di bilancio, insieme alla  BCE, starebbero già negoziando con Syriza le varie parti del suo programma economico.




Di fronte ai rigidi vincoli sul deficit strutturale, imposti prima dal Patto di stabilità e crescita e poi dal Fiscal Compact,  con il supplementare obbligo di pareggio di bilancio a "protezione dell'euro" cementato ormai nelle Costituzoni europee, si discute già da tempo tra stati membri dell'UE come introdurre  criteri di flessibilità  nelle clausole di disciplina di bilancio, escludendo gli investimenti in infrastrutture capaci di creare crescita economica, la cosiddetta "golden rule".
Con le discussioni relative al piano Juncker, che prevede di mobilizzare nell'UE una massa di investimenti  per 300 MLD di € , Renzi ha colto la palla al balzo chiedendo, oltre lo scomputo del contributo diretto degli Stati membri al nuovo fondo per gl investimenti previsto dal piano Juncker, l'applicazione della suddetta golden rule per gli investimenti nazionali.

Conclusione: l'Italia puo' ispirarsi al programma economico e politico di Syriza?
Le similitudini nella situazione economica tra Grecia ed Italia sono molteplici.
Innanzitutto l'ammontare del debito ed il rapporto Debito/Pil.
Il rapporto debito/PIL continua ad aumentare in entrambi i Paesi a causa della recessione, che ne diminuisce il denimonatore.
Il problema del debito pubblico italiano, che ammonta ormai a 2200 MLD di € e che rappresenta il 136% del PIL, e sul quale il Primo ministro Renzi é incomprensibilmente silente, va affrontato al più presto, visto che gli interessi pagati a servizio del debito stanno soffocando l'economia e dissanguando gli italiani attraverso una fiscalità sempre più iniqua.



Un'ipotesi ipotizzabile per aggredire la massa del debito pubblico potrebbe essere una rinegoziazione nei confronti degli investitori esteri, che ne detengono il 30% del totale.
Partendo dalla richiesta di Syriza di tenere una Conferenza internazionale per la rinegoziazione del debito, ed al fine di evitare l'isolamento di alcuni Paesi debitori, l'Italia potrebbe proporre l'idea di una Conferenza in cui gli stati UE ad indebitamento eccessivo potrebbero discutere in parallelo coi loro creditori esteri.

Altre similitudini tra Grecia ed Italia riguardano l'assenza di uno Stato degno di questo nome, con una giustizia ed una pubblica amministrazione efficienti, problematica alla base della piaga  dell'evasione fiscale e dell'elusione fiscale (praticata dalle multinazionali che riescono ad "ottimizzare"  il loro prelievo fiscale a livelli irrisori  mettendo le loro sedi legali in Paesi che praticano una bassa fiscalità) , della corruzione e degli scarsi investimenti esteri.

I costi dell'evasione fiscale sono difficili da stimare, in quanto si tratta di attività illecita, ma secondo i dati di Michel Murphy in uno studio per il PSE, l'evasione fiscale in Italia sarebbe stata nel 2009 di 180MLD di €, corrispondenti a quasi il 12% del PIL italiano!
A causa dell'evasione fiscale non contrastata adeguatamente (evasione media tra i lavoratori autonomi del 56,3%) , la fiscalità diventa iniqua, con un gettito che finisce per  gravare quasi interamente  (82% ) sui lavoratori dipendenti e pensionati, con un tasso di pressione che supera il 50%, (Stefano Livadiotti in "Ladri- Gli evasori ed i politici che li proteggono") .



Da parte nostra, riteniamo propedeutiche per l'economia e gli interessi italiani  attaccare senza più indugi le problematiche del debito, che si potrebbe affrontare nella maniera sovraesposta, le discussioni relative all'allentamento delle regole di disciplina di bilancio, ed agli acquisti da parte della Banca Centrale Europea (BCE) delle obbligazioni degli Stati Membri, in seno ai competenti organismi europei, in cui l'Italia potrebbe essere aggregatrice di  un fronte mediterraneo con gli altri Paesi aventi un rapporto elevato Debito/PIL, come Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, fronte a cui si potrebbero aggregare anche il Belgio e l'Irlanda.

Riteniamo in seguito opportune per l'Italia alcune delle misure proposte da Syriza, come :
- la diminuzione dell'IVA su beni di necessità, come quelli relativi al riscaldamento e viene qui in mente l'assurdo aumento governativo dell'IVA sui pellets per le stufe!
-una patrimoniale  (applicabile attraverso una progressività dell'IMU e proposta anche da BIN Italia) per i grandi proprietari immobiliari
- la limitazione per i privati dei rimborsi di debiti ad istituti finanziari, fisco e Previdenza sociale ad un terzo del loro reddito e la cancellazione del debito per le persone sotto la soglia della povertà;
-l' impignorabilità dell'abitazione principale di un valore non eccedente 300.000€,
-un Piano articolato contro l'evasione e l'elusione fiscale
-  un grande cantiere pluriennale per la creazione di posti di lavoro nel settore pubblico ed in quello privato, con attenzione all'economia locale, privilegiando le categorie più precariezzate nel mondo del lavoro.
-una migliore protezione sociale per i disoccupati.
-riforma della Pubblica amministrazione sulla base di principi di efficacia, trasparenza e qualità dei servizi forniti
-una rifondazione della RAI su criteri di qualità  e di pluralismo.

Un altro strumento che ci sembra necessario per una maggiore giustizia sociale nel nostro Paese é l'introduzione di un reddito di base incondizionato, cosi' come ipotizzato in modo dettagliato da BIN Italia http://www.bin-italia.org/article.php?id=1641,


Nella sua ipotesi più bassa (600€ mensili) questo sistema comporterebbe un costo lordo di 20 MLD di €, a cui vanno sottratti 10,5 MLD di € di indennità di disoccupazione e mobilità e  forme di cassa integrazione fino a 600€ mensili, nonché 5 MLD di € per la cassa integrazione.
Il costo netto di un reddito di base a 600€ mensili sarebbe quindi di soltanto 5,2 MLD di €.

Questo importo sarebbe facilmente finanziabile attraverso riduzioni della spesa pubblica relativi a :
-riduzione della spesa militare, soprattutto riguardo all'acquisto di armi , in particolare riguardo alal commessa dei 131 famigerati caccia F35 statunitensi, per un importo ipotizzabile in 5 MLD di €
-riduzione degli stanziamenti per le grandi opere (TAV e Ponte di Messina) 1,543MLD di €

Al fine di evitare che nelle zone dove il reddito é più basso (Mezzogiorno) si sviluppi una trappola della povertà , BIN raccomanda di stabilire un salario minimo orario (l'Italia con la Germania é l'unico stato UE a non avere un salario minimo orario) al fine di evitare una sostituzione tra i livelli salariari ed il reddito di base incondizionato.
E' inoltre consigliato che il livello di reddito di base incondizionato sia abbastanza alto da scoraggiare la necessità di ricorrere al lavoro clandestino.








lundi 22 décembre 2014

In Belgio i cantori dell'austerità li accolgono cosi!



Charles Michel, primo ministro liberale, ed alfiere dell'austeità per i belgi, viene accolto da un lancio di "frites" e mayonnaise. C'é da dire che fa buon viso a cattivo gioco!

Ve la immaginate una scena simile in Italia?

samedi 20 décembre 2014

Semestre italiano Presidenza dell' UE: dietro i proclami ben poca cosa

La Presidenza italiana dell'Unione europea, iniziata in grande pompa da Renzi il 2 luglio scorso a Strasburgo, quando comparava la staffetta alla Presidenza europea tra Grecia ed Italia ad uno scambio tra Pericle e Cicerone, é stata subito inghiottita dal silenzio della calura estiva.


Il cinguettio dell'uccelino della Presidenza é iniziato soltanto il 23 ottobre , in prossimità del Consiglio Europeo, https://twitter.com/IT2014EU insistendo sulle gesta dell'astronauta Luca Parmitano, la cui pertinenza col semestre italiano é tutta da dimostrare...

Per restare fattuali, se diamo un'occhiata al Programma ufficiale della Presidenza italiano,  http://italia2014.eu/media/1350/programma_ita_def.pdf, questo
appare più come un libro dei sogni piuttosto che azioni da ottenersi in quattro mesi (tenendo conto della pausa estiva).

Obiettivi principali della Presidenza Renzi erano la crescita economica assieme alla diminuzione della disoccupazione, che culmina con più di 26 milioni di disoccupati in Europa. 

Riguardo alla crescita,  EUROSTAT ci dice che il prodotto nazionale lordo, per il terzo trimestre 2014 é cresciuto di appena lo 0,2% nell'UE dell'euro (a 18) e del 0,3% nell'UE a 28, mentre questa crescita nel secondo trimestre era dello 0,1% per la zona euro e dello 0,2% per l'UE a 28.
In Italia i dati sono peggiori, in quanto si é tecnicamente in  recessione, poiché il PIL é diminuito del 0,1% nel terzo trimestre 2014 e del 0,2% nel secondo trimestre.

Tassi di crescita economica incapaci quindi di stimolare consumo ed occupazione, riguardo alla quale non sono ancora disponibili i dati del 2014.

Nessun risultato per Renzi riguardo alla revisione delle regole della governance economica, dove i principi di bilancio del Patto di Stabilità e crescita (rapporto massimo tra debito pubblico e PIL inferiore al 60% e rapporto  tra deficit di bilancio e PIL inferiore al 3%) http://it.wikipedia.org/wiki/Patto_di_stabilit%C3%A0_e_crescita#Gli_Stati_membri_dell.27UE_secondo_i_parametri_del_PSC, esecrati da Paesi indampienti come Italia e Francia, restano per la Merkel ancora scolpiti nel marmo...

Niente da fare neanche riguardo all'introduzione di criteri di flessibilità riguardo agli investimenti nazionali relativi all'EFSI (Fondo europeo di investimenti startegici) che dotato di 21 MLD di € di fondi comunitari, ne dovrebbe mobilizzare, secondo il verbo magico di Juncker, ben 315 MLD di investimenti negli Stati Membri. Infatti l'adozione di questo fondo non é stata discussa durante la presidenza europea e tutto slitterà o a gennaio o al vertice dei Capi di Stato di febbraio.

Nel campo della politica estera europea l'unico risultato concreto portato a casa di Renzi appare la nomina di Federica Mogherini al ruolo di alto Rappresentate degli affari esteri  e della politica di sicurezza. Ma l'importanza di questo ruolo viene sminuito dal fatto che nella PESC le decisioni vengano prese dal Consiglio all'unanimità, fattore che spiega la timidezza della PESC, impedita nel suo progredire dalle rivalità tra Stati membri.

Rivalità tra stati membri che hanno permesso si' l'adozione delle sanzioni europee nei confronti della Russia per l'invasione della Crimea e dell'Ucraina, ma che lasciano apertamente intravedere posizioni politiche quasi opposte tra Stati membri dell'UE nei confronti della Russia, in cui l'Italia e la Francia impersonano il ruolo delle colombe e Germania, Polonia ed i Paesi baltici quello dei falchi .



Un altro slogan  prioritaro della presidenza italiana era di "cambiare la marcia alla politica estera dell'Europa" mettendo l'enfasi sulla politica di allargamento.
A tutt'oggi le negoziazioni sono in a scorso soltanto con Serbia e Montenegro, mentre sono in pratica al punto morto con Turchia (dopo che Erdogan si sta rivelando sempre di più un autocrate), Albania, Macedonia, tutti paesi invece di sommo interesse per la politica estera italiana!

Un altro focus del programma della Presidenza italiana  verteva sull'area mediterranea, in particolare nel Nord Africa e nel Medio Oriente. I risultati della PESC nel semestre trascorso in queste aree sono praticamente nulli, se non di arretramento. Basti pensare alla Libia in preda ormai ad una guerra tra bande rivali, al rinfocolarsi del conflitto israelo-palestinese a causa delle continue provocazioni politiche e militari israeliane, allo stallo della tragedia siriana o al deteriorarsi della situazione in IRAQ a scapito delle forze governative, assediate dalle milizie dello Stato islamico.

Le poche vittorie nel carniere della Presidenza europea di Renzi riguardano:

- i regimi contro l'elusione e l'evasione fiscale, con l'approvazione di  una direttiva relativa alla tassazione delle multinazionali riguardo alla casa madre ed alle filiali nei differenti Paesi e lo scambio automatico tra paesi membri delle informazioni fiscali;
-l'adozione della direttiva per la limitazione draconiana dell'uso dei sacchetti di plastica


Veramente troppo poco per chi aveva promesso a luglio a Strasburgo un semestre in cui si sarebbe dovuto "ritrovare l'anima dell'Europa, ...il senso profondo dello stare insieme...rispetto ad un'Europa che nel  suo "selfie" appare col volto della stanchezza e della rassegnazione"



Abbiamo l'impressione che del semestre di Renzi all'UE non resteranno che gli attacchi strumentali a Junkers ed alla "burocrazia di Bruxelles" per mascherare il proprio mancato rispetto dei vincoli di bilancio, e la canzonetta canticchiata scappando verso l'aereo che lo riportava a Roma, dopo la fine della sua Presidenza  "parole, parole..."


 che suonano sinistramente come un'autoderisione della propria opera e come una presa in giro delle istituzioni europee, con le quali , come con gli italiani, la "luna di miele", sembra essersi ormai bella e  terminata.

mardi 16 décembre 2014

Podemos Syriza anche noi?

Concordo appieno con l'articolo di Lucano Gallino http://apocalisselaica.net/uno-tsipras-per-litalia/?utm_source=feedburner&utm_medium=twitter&utm_campaign=Feed%3A+ApocalisseLaicaPrimaPagina+%28Apocalisse+Laica%29 sulla necessità di creare, anche in Italia, un movimento progressista e non populista che si opponga con proposte alternative al discorso unico dell'austerità che l'UE ci propina e che provoca, ormai da diverso tempo, drammi sociali infiniti, anche in Italia.


 Le proposte, mettendo insieme quelle del partito Syriza in Grecia (accreditato come primo partito alle prossime elezioni,  per essersi opposto alla macelleria sociale subita dal Paese a seguito delle ricette della Troika) e di Podemos in Spagna (accreditato come primo partito col 27% dei voti) sono:




 - la rinegoziazione dell'inattuabile (secondo quanto ormai sostenuto anche da Romano Prodi) Patto di Stabilità, che prevede rigidi tassi di disavanzo del bilancio statale al 3% rispetto al PIL ed un tetto al debito pubblico del 60% rispetto al PIL, riguardo al cui non rispetto sono previste sanzioni finanziarie per gli Stati inadempienti;
-trovare una soluzione riguardo ai debiti pubblici accumulati;
- rendere la Banca Centrale europea soggetta ad un controllo democratico.

 Visti i disastri sociali creati dall'azione combinata della crisi economico-finanziaria e del governo liberista Renzi, sarebbe opportuno sviluppare dal basso, anche in Italia, un movimento progressista che sappia fare breccia, con argomenti fattuali e semplici, presso un'opinione pubblica sempre più scoraggiata e smarrita e quindi sempre più incline a lasciarsi sedurre dal facile populismo del Movimento 5 stelle o dal razzismo di una destra estrema, purtroppo in crescita esponenziale.



 Sarebbe opportuno che la "Società civile" italiana riesca ad essere all'altezza di questa difficilissima sfida, superando, con figure nuove ed autorevoli, la litigiosità e gli sterili narcisismi, che hanno caratterizzato in questo ventennio la sinistra radicale italiana.

Quanti diritti perderanno gli eterosessuali col matrimonio omosex?

jeudi 4 décembre 2014

Le nostre prigioni

Dostoievsky scriveva, per aver  ben conosciuto le carceri zariste, che "il grado di civiltà di  una società si misura dalle sue prigioni".

L'articolo 27 della nostra Costituzione recita "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato".




Cosa dedurre allora dallo stato delle prigioni italiane, con una popolazione carceraria in crescita nel tempo, con 64323 detenuti,  di cui il 35% non sono italiani, rispetto ad una capienza di 47668 posti, ed in cui i detenuti sono costretti a stiparsi in otto dentro celle previste per quattro o per due, senza acqua calda ed aria a sufficicienza, dove si muore per suicidio o per pestaggi e dove sono all'ordine del giorno le situazioni di disagio ed i conseguenti atti di autolesionismo?



Secondo i dati del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria sul sovraffollamento delle carceri, con un tasso, a gennaio 2014, di 129 persone per 100 posti disponibili, l'Italia ricopre il poco invidiabile posto di terz'ultima tra 47 Paesi ,europei, dove soltanto la Serbia e la Grecia conoscono una situazione peggiore!

Per lo stato delle proprie carceri l'Italia é stata condannata l'8 gennaio 2013 dalla Corte Europea dei Diritti Umani a risarcire pecuniariamente i detenuti del carcere di Busto Arsizio e di Piacenza  costretti a convivere in tre metri quadri a testa.

La principale causa del sovraffollamento carcerario é dovuta al ricorso eccessivo da parte della magistratura dello strumento della "carcerazione preventiva". 

Le misure alternative alla detenzione (affidamento ai servizi sociali, semilibertà, arresti domiciliari) vengono concesse soltanto al 36% dei detenuti italiani, mentre questa media si eleva al 75% per paesi come la Francia o il Regno Unito.
Le misure alternative alla detenzione hanno il pregio di ridurre sensibilmente i costi per lo Stato, ed abbassano inoltre dappertutto il tasso di recidiva.

Riguardo alla rieducazione, riabilitazione e reinserimento dei carcerati, le statistiche italiane sono desolanti! 
In effetti, a giugno 2012 erano iscritti a corsi scolastici soltanto il 23,9% dei detenuti (di cui appena il 42,9 % ha superato con successo gli esami finali). A dicembre 2012 soltanto il 3% dei detenuti aveva terminato con successo una formazione professionale e soltanto il 21% dei detenuti esercitava un qualsiasi lavoro.

Di fronte a queste cifre disarmanti appare evidente come il tasso di recidiva non possa che essere elevatissimo, del 68,5% (dati del 2007) per i detenuti , mentre la recidiva si abbassa al 19% per coloro che hanno sperimentato pene alternative


L'Italia dovrebbe ispirarsi al migliore sistema carcerario in Europa, quello norvergese, improntato al reinserimento e che comporta un trattamento umano dei detenuti in locali adeguati, prevedendo la loro valorizzazione morale e materiale, attraverso un'attività lavorativa retribuita, l'uso di sale sportive, una convivenza ottimale tra detenuti e secondini (non armati), che prendono i pasti insieme e la possibilità di visite ai detenuti da parte delle famiglie, che possono pernottare in apposite strutture indipendenti dallo stabilimento penitenziario.




Con questi trattamenti la Norvegia riesce ad abbassare la percentuale della recidiva ad una percentuale compresa tra il 16 ed il 20% nei due anni che seguono la scarcerazione.

Di fronte alle cifre sovraesposte é evidente che il funzionamento del sistema carcerario italiano vada rivisto per i condannati a reati diversi da quelli mafiosi o di appartenenza a reti delinquenziali ad alta pericolosità (come quelle terroriste), con un maggior ricorso alle pene alternative, al lavoro in carcere e fuori dal carcere, che permette ai condannati la possibilità di un'autentica reinserzione sociale, una volta scontata la pena. 
Un'altra misura per sfoltire la popolazione dei condannati stranieri é la concretizzazione della possibilità di scontare la pena nei loro Paesi di origine, come previsto da convenzioni bilaterali firmate con l'Italia.




Quale ministro della giustizia italiano avrà finalmente  il coraggio di introdurre una riforma carceraria organica e degna di un Paese civile, invece di fare ricorso a controproduttivi indulti ed amniste, che, al solo fine di svuotare le carceri, rimettono in circolazione individui che non hanno effettuato nessun percorso rieducativo e di reinserzione sociale e che ritorneranno quindi di nuovo a delinquere e verosimilmente in prigione?