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dimanche 13 décembre 2015

La retorica delle crociate contro l'Islam e la facile risposta autoritaria a detrimento delle libertà civili!






Dopo le stragi del Bataclan e delle terrazze parigine, gli appelli alla "guerra santa" riecheggiano minacciosamente in Francia ed in Europa, spinte da un populismo crescente.

Questi appelli alla crociata contro l'islamismo radicale sono adesso sulla bocca di politici bramosi di sollevare i loro miseri consensi , come quella macchietta chiamata Hollande o quel fallimentare ministro dell'interno Cazeneuve, che non ha saputo prevenire né l'annunciata strage alla redazione di Charlie Hebdo, né quelle del 13 novembre scorso.



Queste reazioni ci sembrano un bruttissimo film, già visto.

L'appello alla "guerra santa" contro l'islamismo, ci ricorda quell'appello di Bush contro l' "impero del male", a seguito del terribile smacco statunitense dell'abbattimento delle torri gemelle nel 2001, che ha portato invece a cosi' tante "vittime collaterali", (eufemisticamente chiamate dagli spin doctors le decine di migliaia di civili uccisi nei "bombardamenti chirurgici" in Afghanistan ed Iraq, o morti per assenza di cure e medicine, di acque, cibo o baby food) ed all'aumento del risentimento nel Medio Oriente contro il Satana occidentale nonché allla radicalizzazione crescente di masse ormai senza speranza, infervorate da predicatori mediatici

Da persone razionali dobbiamo invece porci alcune legittime domande.

Perché mai migliaia di giovani, nati e vissuti in Europa, decidono di aderire all'islamismo più radicale e circa 2500 di loro partono a combattere una "guerra santa" in Siria e poi, se sopravvissuti, magari ritornano in patria e  rivolgono le armi o si fanno saltare in mezzo ad  inermi concittadini?

Come vincere la guerra contro Daech in Siria, Iraq ed anche in Libia?
Non certo aumentando la potenza di fuoco dei bombardamenti!
Sulla base dell'esperienza della guerra già combattuta in Iraq contro Daech, militarmente  sarebbero necessari centinaia di migliaia di truppe sul suolo per sconfiggere l'ISIS,ma nessuno degli stati occidentali e nemmeno di quelli arabi, vuole correre il rischio di vedere postato un video su Internet dell'esecuzione dei propri soldati da parte dei boia con la bandiera nera.

Le risposte devono partire prendendo atto da una serie di fallimenti, sia del nostro modello di società, che di diverse istituzioni e figure politiche.

Ha fallito l'integrazione dei figli della seconda o della terza generazione dell'immigrazione.
Giovani nati e cresciuti in Europa , ma che vivono in quartieri ghetto, dove chi vi nasce non ha quasi speranza di trovare un lavoro. Questi giovani disperati sono facili prede dei predicatori mediatici su Internet.

Ha fallito la scuola, come ambiente aggregativo e di preparazione alla vita in società .
Un'insegnate dell'ormai tristemente comune della regione di Bruxelles,  Molenbeek, aveva segnalato per iscritto alla direzione i propositi radicalizzati di uno dei giovani che avrebbe poi partecipato alle stragi di Parigi, ma le sue segnalazioni sono cadute nel vuoto di un'amministrazione impreparata ed indifferente...

Hanno fallito i servizi segreti europei (quasi tutti i killers dei massacri di Parigi erano conosciuti dai servizi segreti francesi, e "godevano" di una nota di segnalamento S) , servizi che non collaborano tra di loro per mancanza di reciproca fiducia!

Hanno completamente fallito gli Stati Uniti in Medio Oriente, con una politica diplomatica e di sostegno militare a fazioni che poi hanno inevitabilmente rivolto loro le armi contro; dai talibani (usati in un primo momento per sconfiggere l'esercito dell'URSS in Afghanistan) all'esercito iracheno, il cui armamento sofisticato fornito dagli USA é andato ad ingrossare gli arsenali dello Stato islamico.

Nenche la poltica di formazione degli istruttori statunitensi ha avuto risultati degni di nota: sono stati spesi milioni di dollari per formare combattenti in chiave anti Daech in numero appena sufficiente ad istituire un posto di blocco...

Ha fallito Barak Obama quando ha ingiunto ad Assad di non attraversare la "linea rossa" dell'uso delle armi chimiche e poi ha lasciato il tiranno siriano massacrare il proprio popolo...

Ha fallito l'Europa , al traino della Merkel, che si appoggia per contenere i rifugiati creati dal conflitto siriano, afgano ed iracheno, su biechi dittatori come Erdogan, che si impegnano a parole a lottare contro l'ISIS, ma che invece gestiscono traffici familiari col greggio di contrabbando proveniente dai pozzi occupati da Daech e ne approfittano per bombardare le posizioni degli independisti curdi, finora l'unico ammirevole baluardo all'espasione dell'ISIS.

Invece di ammettere e rimediare a questi fallimenti, cosa ci propongono gli "illuminati" politici alla testa delle nostre nazioni?
Piu' restrizioni alle nostre libertà civili (scavando nelle nostre vite, ad esempio quando prenoteremo un volo aereo interno o internazionale), meno privacy, più bombe e quindi più vittime innocenti in Medio Oriente

Su questa analisi sono in buona compagnia, perché anche Noam Chomsky fa la stessa diagnosi



Difficile quindi  rimediare adesso a tanti errori e tentennamenti, sovrapposti nel tempo.

E' certo pero' che non vinceremo gli orrori di Daech continuando coi "bombardamenti chirurgici" in Medio Oriente, facendo affari con regimi dispotici o corrotti come l'Arabia saudita, oppure in Europa col riflesso autoritario incentrato sulla sicurezza, tralasciando invece fondamentali azioni in campo sociale e scolastico, necessarie per prevenire la radicalizzazione dei soggetti più deboli.





samedi 10 janvier 2015

Riflessione sui recenti atti terroristici, di matrice estremista islamica e le nostre libertà fondamentali

I recenti atti terroristici , che hanno stroncato le coraggiose ed irriverenti vite dei vignettisti di Charlie Hebdo, nonché quelle di poliziotti e cittadini francesi, di varie religioni, sono opera di fanatici islamisti, addestratisi in Medio Oriente, i quali hanno molto probabilmente ricevuto istruzioni da centrali terroristiche li situate.

L'obiettivo principale dei terroristi, purtroppo raggiunto, era di eliminare la redazione di Charlie Hebdo perché continuava a pubblicare vignette irriverenti, tra le altre, della religione islamica. Questi vigliacchi, assassinando dei vignettisti hanno voluto colpire le fondamenta stessa della nostra società : il diritto alla libertà di espressione ed il diritto alla libertà di stampa, che trova nel diritto di critica e di satira due inalienabili corollari.



Di fronte ad un atto cosi' brutale riteniamo vadano fatte le seguenti considerazioni:

1) I nostri Paesi hanno il sacrosanto diritto di difendersi in tutte le forme necessarie da questi attacchi terroristici, sia in modo preventivo (intelligence multimedia coordinata, sorveglianza delle moschee), che colpendo ed eliminando le centrali di questo terrorismo, spesso situate in Medio Oriente.




2) D'altra parte, le guerre che le coalizioni occidentali hanno condotto in Medio Oriente (in Iraq, in Afghanistan o in Libia) contro il terrorismo islamico non hanno  portato, per svariati motivi, risultati tangibili (al contrario vedasi l'espansione dello Stato Islamico in Siria ed Iraq) né, meno che mai, un miglioramento democratico, perché troppo poco é stato investito nella ricostruzione delle istituzioni democratiche e della società civile o perché il nostro modello di democrazia ha difficoltà ad attecchire in Paesi in cui sono predominanti invece logiche di appartenenza ad un clan o ad una particolare corrente religiosa (che sia quella sciita o quella sunnita) .

Insomma, é molto più facile distruggere con le bombe (intelligenti o meno) che ricostruire le fondamenta di una società.

I recenti atti di terrorismo islamico sono opera di giovani cittadini con passaporto europeo, ma emarginati dalle nostre società occidentali, in quanto vivono in quartieri ghetto, frequentando, quando lo fanno, scuole che raramente riescono a promuovere la riuscita  professionale e sociale.



Questi giovani sono quindi facili preda di predicatori estremisti o si avvicinano all'estremismo musulmano in prigione , a seguito di fatti di piccola delinquenza, trovando nell'islamismo radicale il riscatto da una gioventù costellata da frustazioni.

Bisogna che le nostre società, anche con l'ausilio dei fondi europei, investano in cultura, educazione e formazione professionale per tutti i giovani, adottando anche il criterio della "discriminazione positiva" investendo maggiormente, come avviene già in Francia ed in Belgio, nei quartieri disagiati. Bisogna ridare a tutti i giovani  il gusto del lavoro ed allontanarli dallo spettro dell'esclusione e della frustazione.
1 € investito in cultura, educazione e formazione professionale farà risparmiare 100€ in misure di sicurezza, giustizia e misure cautelari!

3) I musulmani nell'Unione Europea sono soltanto 16 milioni su una popolazione totale di quasi 507 milioni e non superano in nessuno stato membro il 10% della popolazione http://it.wikipedia.org/wiki/Islam_in_Europa .
In Italia i musulmani sarebbero circa 1.200.000 attestandosi sotto il 2% della popolazione http://it.wikipedia.org/wiki/Islam_in_Italia

Molti musulmani stabiliti in Europa hanno passaporto europeo e la stragrande maggioranza é generalmente integrata nella nostra società occidentale, in quanto vi lavora e vi ha il proprio nucleo familiare. E' poi più che sacrosanto che i musulmani possano professare la loro religione nell'UE, ma ci accorgiamo che questa libertà fondamentale é sempre più messa in discussione, soprattutto nei Paesi in cui i partiti populisti stanno prendendo radici, come in Francia (col FN) ed in Italia (con la Lega e Fratelli d'Italia).


Solo piccole frangie islamiche sarebbero a rischio di radicalizzazione e per queste vanno innanzitutto adottate le misure preventive di controllo sopra indicate.

Non dobbiamo quindi lasciarci abbindolare dai fallaci slogan dei populisi nostrani, completamente in malafede quando assimilano l'islamismo al terrorismo, cosi' come chi volesse assimilare i meridionali ai mafiosi!
Appare a nostro avviso opportuno che i personaggi pubblici o politici, portatori di  messaggi di odio, volti ad esacerbare i conflitti e la violenza tra le comunità, siano platealmente messi al bando da parte della stessa politica, come avviene in Francia nei confronti del Front National, attraverso il "cordone sanitario",  in cui i partiti democratici si impegnano a non ospitare nelle proprie fila esponenti razzisti né a governare con partiti xenofobi.
Vedasi a proposito la nostra petizione https://www.change.org/p/presidente-del-senato-emarginiamo-stendendo-intorno-a-loro-un-cordone-sanitario-quei-personaggi-pubblici-e-politici-che-diffondono-sui-media-messaggi-di-odio-di-razzismo-e-di-omofobia/invite

4) Infine attiriamo l'attenzione sul pericolo che, a seguito delll'emozione suscitata da questi attentati, le autorità nazionali ne approfittino per istaurare leggi che limitino le nostre libertà fondamentali nell'UE, congelino gli accordi di Schegen, ristabilendo i controlli delle persone alle frontere, introducendo una sorta di  Patrioct Act dell'UE, il quale negli USA non ha certo evitato attentati successivi, come quello di Boston, ed ha portato all'aberrazione degli imprigionamenti senza tutele a Guantanamo.

Per prevenire il ripetersi di attentati, appaiono invece necessari controlli preventivi ed efficaci da parte di servizi segreti efficenti (qualcosa non ha funzionato in Francia, visto che gli attentatori erano conosciuti come islamisti radicalizzati e pregiudicati), nonché un migliore coordinamento tra i servizi segreti dell'UE e con i nostri alleati occidentali e non ulteriori provvedimenti legislativi o amministrativi che bypassino il controllo giudiziario, mettendo a repentaglio di abusi le nostre libertà fondamentali, come già successo in Italia con i ben noti casi Telecom e Pirelli.