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vendredi 23 janvier 2015

Noi che abbiamo sostenuto "Se non ora quando?"


C'é da stropicciarsi gli occhi a leggere il post su Twitter di Titti Di Salvo, cofondatrice del Movimento, "Se non ora quando", deputata PD, che incensa l'approvazione della legge elettorale Italicum, notoriamente passata alla Camera con l'appoggio decisivo dei voti di Forza Italia, partito di proprietà del condannato Berlusconi, che lei osteggiava ferocemente col suddetto movimento.

E dire che noi, per questo Movimento che si é battuto contro l'asservimento della donna ad un'immagine, troppo spesso in Italia degradata a puro oggetto sessuale, ci siamo battuti in piazza ed abbiamo anche tenuto i banchetti...

Come é triste constatare che troppi in Italia, appena assurgono ad una carica, siano pronti a vendere anche il proprio cervello per un piatto di lenticchie!







jeudi 10 avril 2014

Il giallo della candidatura di Sonia Alfano alle europee nel PD

Che Sonia Alfano non sia un politico facile da "gestire" é cosa risaputa per chi la segue.


E' la figlia del giornalista Beppe Alfano, ucciso dalla mafia di Barcellona Pozzo di Gotto e lei le Mafie le ha sempre combattute, tanto da ricevere diverse minaccie ed essere costretta a vivere sotto scorta.
L'inizio della notorietà politica l'ha avuta con Beppe Grillo, col quale é stata candidata nel 2008 per la Presidenza della regione siciliana ricevendo quasi 70.000 preferenze.  Successivamente Sonia Alfano si é distanziata da Beppe Grillo, probabilmente a seguito di contrasti riguardanti la richiesta di fare gestire il suo sito dalla Casaleggio.
Di Pietro l'ha candidata come indipendente alle europee nel 2009, presentandola in tutte le circoscrizioni ed é stata eletta con un totale di 165.000 preferenze.
Ma la sua crescente attività antimafia e notorietà anche in seno al PE, con l'approvazione nell'ottobre 2011 della relazione sul contrasto al crimine organizzato e la nomina nell'aprile 2012 a Presidente della nuova Commissione Antimafia CRIM, da lei creata,  finisce per fare ombra all'IDV ed al suo Presidente, tant'é che il  nome di Sonia Alfano viene rimosso dal sito del partito.
In vista delle elezioni di fine maggio per il rinnovo del Parlamento europeo la si era data per candidata nela lista Tsiparas, ma qualcuno nel comitato dei garanti (Gallino, Camilleri, Flores d'Arcais, Revelli, Spinelli, Viale) si sarebbe posizionato contro la sua candidatura, tanto da portare Camilleri a dimettersi da questo comitato.
Il 5 aprile  il responsabile della comunicazione del PD, Francesco Nicodemo, avevava annunciato su Twitter (vedi foto sotto)  la disponibiltà di Sonia Alfano o a candidarsi nel PD e questa rispondeva  con entusiasmo.


Questa candidatura di Sonia Alfano nel PD aveva sorpreso più di una persona.
Infatti il PD appoggia la posizione del Presidente Napolitano , che ha sempre smentito l'esistenza di una trattativa Stato-mafia.
Invece Sonia Alfano, assieme al Movimento Agende Rosse capitanato da Salvatore Borsellino,  é una delle punte di lancia nella denuncia di questa trattativa, arrivando anche a chiedere l'impeachment di Napolitano per le sue interferenze nel caso delle intercettazioni telefoniche con Mancino.
La candidatura di Sonia Alfano, pur essendo appoggiata da Ferrandelli, indipendente eletto nel PD siciliano e dal renziano Faraone,  ha suscitato malumori nell'establishment siciliano del PD,  tant'é che il segretario del PD regionale, Fausto Raciti , ne ha escluso la messa in lista per le europee.
La direzione del PD  del 9 aprile, all'unanimità ,  non ha ripreso il nome di Sonia Alfano tra i candidati al Parlamento Europeo.
Come spiegare questo improvviso voltafaccia del partito guidato da Renzi, a cui Sonia Alfano sembrava gradita?

Dal tweet del segretario del PD di Bruxelles, Francesco Cerasani, (vedi foto sopra)  che segnalava la "pericolosità"  della possibile candidata si potrebbe dedurre che, più dell'ostilità del segretario PD siciliano,  siano stati i ripetuti attacchi  di Sonia Alfano al Presidente Napoletano  a valerle l'esclusione dalle liste nel PD.

vendredi 21 février 2014

Quando gli editori influenzano la politica

Alla fine ci sarà voluto uno scherzo telefonico ad un papabile ministro per svelarci che uno dei maggiori editori italiani sceglie i ministri del governo che Renzi sta tentando di formare.
No, non é l’editore condannato per frode fiscale e con una sfilza di procedimenti penali sulle spalle, é l’altro editore, il “nemico” di Berlusconi: Carlo De Benedetti, ormai residente in Svizzera e proprietario del gruppo editoriale L’Espresso, con testate come il quotidiano “La Repubblica” ed il settimanale “l’Espresso”.
Alla fine degli anni 90 La Repubblica si ergeva, coi suoi editoriali, a baluardo contro gli abusi di potere e la discesa in campo in politica di un imprenditore editoriale sull’orlo del fallimento e con oscuri legami con la Mafia.
Fa quindi un certo effetto apprendere oggi che il padrone della stessa “La Repubblica” contatta i potenziali ministri a lui graditi per indurli a scendere in campo con la propria sponsorizzazione.
Forse iniziamo a capire un po’ meglio perché di fronte agli improponibili inciuci tra PD e PDL, come quelli sulla giustizia per salvare comunque Berlusconi, “La Repubblica” abbia sempre mantenuto una linea pro PD, trovando al comportamento di questo partito mille giustificazioni, o come mai il PD abbia appoggiato l’emendamento “salva Sorgenia”, azienda del gruppo De Benedetti.
Di fronte poi all’apparire di una vera opposizione costituita dal Movimento 5 Stelle, il quale ha denunciato questo consociativismo PD-PDL, “La Repubblica” ha sempre storto la bocca, cercando la pagliuzza nell’occhio del 5 Stelle, come la caccia agli scontrini, senza voler pero’ mai vedere la trave della longa manus del proprio padrone, accreditato peraltro da alcuni come detentore della tessera N°1 del PD.
Sarebbe interessante sentire cosa ne pensano di questa ingerenza di De Benedetti sul nascente esecutivo Renzi, i soggetti più indipendenti del PD, come Civati o Giachetti, ed anche firme eminenti della “Repubblica”, come il direttore Mauro, il vice Giannini e l’editorialista Zucconi.
Abbiamo la prova che i poteri forti, costuiti da finanza e dai principali gruppi editoriali, non hanno mai mollato la presa sulla politica e vogliono, con la loro influenza economica e mediatica, continuare a determinarne le sorti.
Insomma, la permeabilità tra detentori dei media e la politica, rimane una delle problematiche che piomba la vita politica e quindi democratica del Belpaese e gli strumenti giuridici per neutralizzarla non sono cosi’ evidenti quando un editore non fa direttamente politica…


http://violapost.it/2014/02/21/quando-gli-editori-influenzano-la-politica/

dimanche 29 septembre 2013

Era già tutto previsto...

Di cosa meravigliarsi ora che il Pregiudicato ha dato il benservito al governo quando la propria incolumità/impunibilità erano a repentaglio?

Forse che Napolitano ed il PD non sapevano che stavano costruendo il governo con un soggetto eversivo e delinquenziale, che ha DA SEMPRE anteposto i propri interessi personali a quelli del Paese ed é sceso in politico solo per salvare sé e le sue aziende, ai tempi sull'orlo della bancarotta?

E perché il PD, per dare un segnale moralizzatore al Paese non ha mollato Berlusconi, creando  un' altra maggioranza, quando costui é diventato un pregiudicato, continuando invece a governare con qualcuno che si é macchiato di evasione fiscale, un crimine odioso contro l'economia del Paese?

Non si capisce poi perché tirare in ballo Grillo come responsabile della situazione...

Il Movimento 5 Stelle sta facendo una seria opposizione a questo governo e coerentemente agisce, poiché ha detto che non farà mai da stampella ad un governo PD-PDL.

Se certi sepolcri imbiancati, invece di guardare la pagliuzza nell'occhio del vicino vedessero la trave che é ne loro occhio...

http://www.youtube.com/watch?v=SM2aVF4Nr54