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samedi 10 janvier 2015

Riflessione sui recenti atti terroristici, di matrice estremista islamica e le nostre libertà fondamentali

I recenti atti terroristici , che hanno stroncato le coraggiose ed irriverenti vite dei vignettisti di Charlie Hebdo, nonché quelle di poliziotti e cittadini francesi, di varie religioni, sono opera di fanatici islamisti, addestratisi in Medio Oriente, i quali hanno molto probabilmente ricevuto istruzioni da centrali terroristiche li situate.

L'obiettivo principale dei terroristi, purtroppo raggiunto, era di eliminare la redazione di Charlie Hebdo perché continuava a pubblicare vignette irriverenti, tra le altre, della religione islamica. Questi vigliacchi, assassinando dei vignettisti hanno voluto colpire le fondamenta stessa della nostra società : il diritto alla libertà di espressione ed il diritto alla libertà di stampa, che trova nel diritto di critica e di satira due inalienabili corollari.



Di fronte ad un atto cosi' brutale riteniamo vadano fatte le seguenti considerazioni:

1) I nostri Paesi hanno il sacrosanto diritto di difendersi in tutte le forme necessarie da questi attacchi terroristici, sia in modo preventivo (intelligence multimedia coordinata, sorveglianza delle moschee), che colpendo ed eliminando le centrali di questo terrorismo, spesso situate in Medio Oriente.




2) D'altra parte, le guerre che le coalizioni occidentali hanno condotto in Medio Oriente (in Iraq, in Afghanistan o in Libia) contro il terrorismo islamico non hanno  portato, per svariati motivi, risultati tangibili (al contrario vedasi l'espansione dello Stato Islamico in Siria ed Iraq) né, meno che mai, un miglioramento democratico, perché troppo poco é stato investito nella ricostruzione delle istituzioni democratiche e della società civile o perché il nostro modello di democrazia ha difficoltà ad attecchire in Paesi in cui sono predominanti invece logiche di appartenenza ad un clan o ad una particolare corrente religiosa (che sia quella sciita o quella sunnita) .

Insomma, é molto più facile distruggere con le bombe (intelligenti o meno) che ricostruire le fondamenta di una società.

I recenti atti di terrorismo islamico sono opera di giovani cittadini con passaporto europeo, ma emarginati dalle nostre società occidentali, in quanto vivono in quartieri ghetto, frequentando, quando lo fanno, scuole che raramente riescono a promuovere la riuscita  professionale e sociale.



Questi giovani sono quindi facili preda di predicatori estremisti o si avvicinano all'estremismo musulmano in prigione , a seguito di fatti di piccola delinquenza, trovando nell'islamismo radicale il riscatto da una gioventù costellata da frustazioni.

Bisogna che le nostre società, anche con l'ausilio dei fondi europei, investano in cultura, educazione e formazione professionale per tutti i giovani, adottando anche il criterio della "discriminazione positiva" investendo maggiormente, come avviene già in Francia ed in Belgio, nei quartieri disagiati. Bisogna ridare a tutti i giovani  il gusto del lavoro ed allontanarli dallo spettro dell'esclusione e della frustazione.
1 € investito in cultura, educazione e formazione professionale farà risparmiare 100€ in misure di sicurezza, giustizia e misure cautelari!

3) I musulmani nell'Unione Europea sono soltanto 16 milioni su una popolazione totale di quasi 507 milioni e non superano in nessuno stato membro il 10% della popolazione http://it.wikipedia.org/wiki/Islam_in_Europa .
In Italia i musulmani sarebbero circa 1.200.000 attestandosi sotto il 2% della popolazione http://it.wikipedia.org/wiki/Islam_in_Italia

Molti musulmani stabiliti in Europa hanno passaporto europeo e la stragrande maggioranza é generalmente integrata nella nostra società occidentale, in quanto vi lavora e vi ha il proprio nucleo familiare. E' poi più che sacrosanto che i musulmani possano professare la loro religione nell'UE, ma ci accorgiamo che questa libertà fondamentale é sempre più messa in discussione, soprattutto nei Paesi in cui i partiti populisti stanno prendendo radici, come in Francia (col FN) ed in Italia (con la Lega e Fratelli d'Italia).


Solo piccole frangie islamiche sarebbero a rischio di radicalizzazione e per queste vanno innanzitutto adottate le misure preventive di controllo sopra indicate.

Non dobbiamo quindi lasciarci abbindolare dai fallaci slogan dei populisi nostrani, completamente in malafede quando assimilano l'islamismo al terrorismo, cosi' come chi volesse assimilare i meridionali ai mafiosi!
Appare a nostro avviso opportuno che i personaggi pubblici o politici, portatori di  messaggi di odio, volti ad esacerbare i conflitti e la violenza tra le comunità, siano platealmente messi al bando da parte della stessa politica, come avviene in Francia nei confronti del Front National, attraverso il "cordone sanitario",  in cui i partiti democratici si impegnano a non ospitare nelle proprie fila esponenti razzisti né a governare con partiti xenofobi.
Vedasi a proposito la nostra petizione https://www.change.org/p/presidente-del-senato-emarginiamo-stendendo-intorno-a-loro-un-cordone-sanitario-quei-personaggi-pubblici-e-politici-che-diffondono-sui-media-messaggi-di-odio-di-razzismo-e-di-omofobia/invite

4) Infine attiriamo l'attenzione sul pericolo che, a seguito delll'emozione suscitata da questi attentati, le autorità nazionali ne approfittino per istaurare leggi che limitino le nostre libertà fondamentali nell'UE, congelino gli accordi di Schegen, ristabilendo i controlli delle persone alle frontere, introducendo una sorta di  Patrioct Act dell'UE, il quale negli USA non ha certo evitato attentati successivi, come quello di Boston, ed ha portato all'aberrazione degli imprigionamenti senza tutele a Guantanamo.

Per prevenire il ripetersi di attentati, appaiono invece necessari controlli preventivi ed efficaci da parte di servizi segreti efficenti (qualcosa non ha funzionato in Francia, visto che gli attentatori erano conosciuti come islamisti radicalizzati e pregiudicati), nonché un migliore coordinamento tra i servizi segreti dell'UE e con i nostri alleati occidentali e non ulteriori provvedimenti legislativi o amministrativi che bypassino il controllo giudiziario, mettendo a repentaglio di abusi le nostre libertà fondamentali, come già successo in Italia con i ben noti casi Telecom e Pirelli.

samedi 29 novembre 2014

Perché non potremo mai unirci ai cori razzisti o omofobi

Confesso di esseremi spesso vergognato di essere italiano in questi ultimi anni.
Questo succede quando vedo il mio Paese ricadere nel solito tunnel dell'esclusione del diverso, scenario già conosciuto nel ventennio fascista ed ultimamente in quello berlusconiano.

Questi periodi storici sono rusciti a tirare fuori il peggio dagli "italiani brava gente" contro i diversi, che lo siano per il colore della pelle, per la religione professata o per l'orientamento sessuale.

Purtoppo questo triste andazzo continua!
 E' ormai diventato uno sport nazionale inveire contro gli immigrati, che "non condividono i nostri valori cristiani" o "che rubano il lavoro agli italiani", per non passare sotto silenzio i cori razzisti negli stadi contro giocatori di colore, le invettive contro la ministra di colore Kyienge e gli innumerevoli casi di bullismo, di discriminazione ed anche purtroppo di pestaggi contro persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e trasgender).




Ricordiamo che il nazismo prese il sopravvento nel 1933 in una Germania rovinata dalla grave crisi economica del 1929.

Anche oggi l'Europa, in preda ad una forte disoccupazione ed alle onde lunghe della crisi economica- finanziaria del 2008, ha visto la rapida ascesa di svariati partiti anti-europei ed anti-immigrati:
il francese Front National, in mano a Marine le Pen, accreditato, col 26%, come primo partito alle presidenziali del 2017; lo Jobbik Ungherese che ha riscosso alle recenti europee quasi il 15% dei suffraggi; la neonazista Alba dorata in Grecia; l'olandese Partito della libertà di Geert Wilders, aspramente anti islamico; il partito del popolo danese, che ha riscosso alle europee il 27% dei suffraggi.
Dulcis in fundo i nostrani Lega Nord, portata al governo da Forza Italia ai tempi di Umberto Bossi, ora in mano a Salvini, che vuole presentarsi anche nel Mezzogiorno e viaggia nei sondaggi di nuovo oltre l'11% e Fratelli d'Italia che, insieme ad AN, si attesterebbe appena sotto il 3%.

Questi partiti hanno il tratto comune di rivolgersi ad un elettorato poco istruito e facilmente influenzabile, di pescare nel torbido, soffiando sull'odio razziale, e spesso  anche sull'omofobia, alimentando guerre contro i "diversi" e tra i "poveri di casa nostra" e gli immigrati.

Tuttavia in Francia, in Svezia ed anche in passato in Belgio, i partiti democratici hanno sempre fatto blocco contro i partiti xenofobi, stendendo un "cordone sanitario" nei loro confronti e decindendo a priori di non allearsi con loro al governo.

Invece in Italia questo "cordone sanitario" non é stato mai posto e la Lega ha governato con Forza Italia, senza destare alcuno scandalo, salvo in sede UE.
Ora che Forza Italia é in declino, la Lega, co Salvini, e Fratelli d'Italia con la Meloni e Magdi Allam, sono di nuovo sulla breccia dell'onda.

Il nostro auspicio é di ricevere rassicurazioni sulla creazione di un "cordone sanitario" nei confronti dei partiti xenofobi ed omofobi da parte dei partiti italiani che si impegnerebbero, in questo modo anche nei fatti, a favore di uno Stato e di istituzioni democratiche !


Invece di lasciarci abbindolare da "crociate" contro facili capri espiatori, dovremmo ispirarci a società in cui la diversità etnica e dei costumi é considerata una ricchezza, dove la diversità contribuisce alla crescita economica e civile di tutto un Paese  e dove l'orientamento sessuale, almeno in questi ultimi decenni, non ha inficiato il successo di una carriera.
Basti pensare agli Stati Uniti d'America, in cui italiani, irlandesi ed ebrei ne hanno costituito la spina dorsale, alimentando le fila della classe imprenditoriale, politica o artistica, che si chiamino Rotschild, Kennedy, Cimino o Coppola, che siano etero od omosessuali ed in cui, Barak Obama, una persona di colore, é infine stata eletta alla massima carica della nazione.


In diversi Paesi europei tantissime persone di altre nazionalità o etnie sono integrate e costituiscono un esempio, come gli innumerevoli presentatori o presentatrici televisivi che conducono in Francia o nel Regno Unito. Basti ricordare il rimpianto Komla Dumor alla BBC International o Harri Roselmack a TF1.
Alla stessa BBC International, non siamo discriminati , visto che un'italiana, Daniela Ritorto, é anchor woman.



Che bel segnale di integrazione sarebbe per l'Italia avere giornalisti di colore o meticci come presentatori nei telegiornali a diffusione nazionale ed in prime time!

Sarebbe ora che seguissimo tutti l'incoraggiamento di Martin Luter King: "Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere come fratelli"

#isoliamoirazzisti

#isoliamogliomofobi





mercredi 30 avril 2014

Col razzismo non si deve scherzare, neanche in Italia!

Per le frasi razziste proferite dal presidente della squadra di basket Clippers di Los Angeles, Donald Sterling, alla propria fidanzata, la National Basket Association lo espelle a vita dal basket e gli commina una multa di 2,5 milioni di dollari.


In Italia invece non passa un giorno senza che personaggi politici di statura nazionale come Calderoli , Borghezio, Bossi, Salvini, Magdi Allam, inveiscano o ironizzino con battute, vignette o trovate pubblicitarie (il "maiale day" di Calderoli contro le moschee)  più che discutibili contro immigrati , rom, africani, musulmani o richiedenti di asilo.

Questa deriva italiana  é stata anche stigmatizzata da un rapporto del Consiglio di Europa del 2012http://www.coe.int/t/dghl/monitoring/ecri/Library/PressReleases/99-21_02_2012_Italy_it.asp#TopOfPage

Spesso i procedimenti contro politici che proferiscono frasi razziste vengono archiviati, come é successo a Stiffoni, in quanto parlamentari.

Il paradosso é che queste derive razziste, invece di essere stigmatizzate dall'opinione pubblica e dai media italiani, fruttano ai politici che le proferiscono migliaia di voti!

Sarebbe ora che in Italia  i reati razzisti non possano più essere coperti dall'immunità parlamentare e che si inizino campagne educative sull'immigrazione, ricordando, ad esempio, che all'inizio del ventesimo secolo, gli immigrati in cerca di un futuro migliore erano proprio gli italiani.

Anche il recente esempio mediatico del calciatore Dani Alves, che mangia con ironia la banana gettatagli da un tifoso razzista, non puo' che sensibilizzare alla tematica il pubblico degli stadi, una parte del quale si é troppo spesso  "distinto", anche in Italia,  per gesti di discriminazione razziale!







mercredi 23 avril 2014

Quando anche una vignetta puo' essere odiosa

https://twitter.com/magdicristiano/status/457890377102393344/photo/1

Magdi Allam ha pubblicato una vignetta di Marcello Sartori in cui si vedono diversi immigrati in attesa di entrare in Italia (tutti con pelle rigorosamente non bianca ed alcune donne con la burka) ed una bambina con sospette pustule rosse sulla pelle, che dice di chiamarsi Ebola al giornalista che la intervista.

Anche se si tratta di una vignetta, il messaggio anti immigrati e razzista appare chiaro!
 Politicamente più che scorretto strumentalizzare le disgrazie del continente africano spargendo anche allarmi infondati, quando il sito del Ministero della Salute ed un esimio virologo stabiliscono che in Italia non vi é alcun allarme relativo al virus Ebola http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=1547
http://www.scientificast.it/2014/04/17/giovanni-maga-virologo-del-cnr-risponde-su-ebola/
Sarebbe interessante sapere cosa pensa l'UNAR, Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali di questa triste vignetta...
http://www.unar.it/unar/portal/?tag=antirazzismo

Aggiornamento di Agosto 2014 : l'Ordine nazionale dei giornalisti ha deciso di sottoporre Magdi Allam a processo disciplinare perché i suoi scritti risultano antislamisti http://www.giornalettismo.com/archives/1590567/lordine-dei-giornalisti-contro-magdi-allam-islamofobo/